giovedì 24 dicembre 2009

Il naso elettronico "annusa" malattie

Può l’alito di una persona farci capire se ha un tumore al polmone o l’odore della pelle aiutarci a diagnosticare un melanoma? Queste sono solo alcune delle molte applicazioni del naso elettronico presentato a Bergamoscienza da Corrado Di Natale, professore di Elettronica alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata. Gli odori sono migliaia, i recettori del naso umano 388 e quelli del naso elettronico solo otto, eppure, imitando la natura, questo strumento artificiale è estremamente efficace. Il segreto? Come i recettori del naso dell’uomo si attivano per più sostanze e la stessa sostanza attiva più recettori: il numero delle combinazioni possibili e quindi degli odori che si possono riconoscere è per questa ragione altissimo.

RECETTORE E COMPUTER - Questo strumento si compone di due parti: un recettore, il «naso» che raccoglie gli odori, e un computer, il «cervello che li analizza. Il recettore è costituito da 8 sensori formati da particolari macromolecole, le porfirine, che hanno la caratteristica di agganciare le sostanze volatili, cioè le molecole che gli oggetti, i cibi e anche tutti gli organismi viventi, rilasciano nell’aria e che ne costituiscono quello che noi chiamiamo odore. Ogni recettore è adatto a captare particolari sostanze e, quindi, se si attiva un particolare recettore significa che nell’aria troviamo una particolare sostanza. Non solo, grazie a una microbilancia al quarzo il naso elettronico è in grado di riconoscere il peso delle molecole e quindi l’intensità dell’odore (una valutazione utilissima, per esempio, per capire se il pesce è fresco). Il computer infine riconosce l’odore associando i dati che arrivano dai sensori a un database di odori conosciuti.



DIAGNOSI - Gli ingegneri di Tor Vergata lavorano su questo progetto dal 1992 non solo per creare una macchina che imiti la natura ma che sia anche in grado di superarla o meglio di essere flessibile per adattarsi agli scopi che più che ci interessano: il naso umano, per esempio, non è in grado di percepire il particolare odore di un melanoma ma, proprio perché la diagnostica medica è un settore di grande impatto sulla vita di tutti, possiamo insegnare al naso elettronico a riconoscere proprio questo particolare odore. Anche se possiamo usare questo strumento per valutare la qualità dell’olio d’oliva o per capire lo stato di maturazione della frutta «non ci sarà nessun sommelier elettronico nel nostro futuro” sottolinea Corrado Di Natale. «E’ l’uomo, infatti, che insegna al naso artificiale che cosa è buono e che cosa non lo è. I sommelier, però, sono pochi e quindi questo strumento ci potrà essere utile per verificare se un cibo è alterato o è un “falso” in tutte quelle situazioni in cui non abbiamo un esperto a disposizione». E il futuro del naso elettronico ? Dal riconoscimento personale attraverso la firma olfattiva alla più prosaica ricerca di tartufi e funghi. «Sempre che il mercato lo consenta: in fondo - precisa Di Natale - questi prelibati cibi sono così preziosi perché difficili da trovare».

Articolo tratto da www.corriere.it/salute

venerdì 18 dicembre 2009

Inventato nuovo alcool...senza alcool


È stato creato un sostituto dell’alcool: una nuova sostanza sintetica sviluppata da composti chimici simili al Valium, che funziona proprio come l’alcool dando un senso di ubriachezza e di relax. Di nuovo c’è che oltre a non provocare effetti negativi sul cervello, non causa dipendenza ed è più facile da smaltire.
L’alcool sintetico è stato sviluppato da un team guidato dal Professor David Nutt, ex consulente del governo britannico specializzato in sostanze stupefacenti ed ora docente all’Imperial college di Londra, che ha messo a punto la sostanza rendendola trasparente, incolore e in grado di evitare gli spiacevoli effetti della sbornia il giorno dopo. Il ricercatore sta inoltre sviluppando una sorta di “antidoto” in grado di rendere immediatamente sobri e prontii per una guida sicura, senza il rischio di incorrere in sanzione o provocare incidenti..
E mentre già si pensa all’applicazione dell’alcool sintetico a birra e vino, gli esperti avvertono: “la nuova sostanza rischia di essere classificata come medicinale e quindi non potrà essere usata nelle bevande.”

lunedì 14 dicembre 2009

Il bidone a energia solare


Ecco il perfetto sostituto dei bidoni dell’immondizia tradizionali: BigBelly, un bidone a energia solare. Questo compattatore consente di ridurre lo spazio occupato dall’immondizia grazie a un motore interno che funziona ad energia solare che trae dal pannello fotovoltaico installato sulla sua sommità. Il sacco della spazzatura, una volta introdotto viene rilevato da un sensore ottico che attiva il motorino, e viene pressato sul fondo del bidone. A differenza dei bidoni tradizionali che richiedono di essere svuotati 19 volte a settimana nelle grandi città, il BigBelly consente di essere svuotato solo 5 volte a settimana. Fra le città che adottano questo sistema figurano Vienna, Boston, New York, Vancouver e più di recente Philadelphia, che ha sostituito 700 cassonetti della spazzatura con 500 nuovi compattatori.



Per saperne di più http://www.bigbellysolar.com/

domenica 13 dicembre 2009

Energia pulita grazie alla tegola solare

Al contrario delle comuni installazioni di pannelli fotovoltaici sui tetti, è in grado di essere integrata e di essere in armonia con l’estetica dell’edificio e del paesaggio, è la Tegolasolare.


In questo sistema la cella fotovoltaica è inglobata all’interno della tegola in modo invisibile dall’esterno permettendo cosi lo sfruttamento dell’energia solare anche in luoghi dove non poteva essere utilizzata precedentemente, dato che oltre il 40% del territorio italiano è sottoposto a vincoli storico-paesaggistici che non permettono l’installazione degli attuali pannelli solari, come nei centri storici e in zone con particolari tutele artistiche e paesaggistiche.
Il materiale con cui viene costruita è l’argilla naturale per consentire una maggiore efficienza energetica e per diminuire l’impatto ambientale e genera sia energia elettrica che termica. Ogni pezzo riduce di 6.5 kg le immissioni di CO2; per produrre energia sufficiente per una famiglia media basta ricoprire 40 metri quadrati di tetto e il costo per un tetto medio è di circa 15 mila euro.
Questa tegola ha avuto una menzione speciale al premio “all’Innovazione amica dell’Ambiente 2009”.


Per saperne di più: www.edilportale.com/prodotti/area-industria-ceramiche/tegola-fotovoltaica/tegolasolare

venerdì 11 dicembre 2009

Sentinelle salva-ambiente


L’azienda Minteos, nata dai ricercatori del politecnico di Torino ha messo a punto dei sensori per la salvaguardia dell’ambiente, che servono per monitorare e quindi prevenire esondazioni di torrenti, emissioni di gas tossici, crolli di infrastrutture o incendi boschivi. Per quanto riguarda questi ultimi vengono collocate delle sentinelle sugli alberi, dotate di sensori che rilevano la temperatura. All’inizio dell’incendio mandano dei messaggi di allerta a delle stazioni di controllo che trasferiscono a loro volta, tramite un micro computer, il messaggio a un indirizzo internet e al telefonino con chiamata e sms. Ci vogliono 10 secondi per allertare la protezione civile e i vigili del fuoco.
Queste sentinelle hanno riscosso successo sia in Italia che all’estero.

Per saperne di più: http://www.minteos.com/sito%20italiano/nuovotecnology_ita.htm

mercoledì 2 dicembre 2009

Le cinque innovazioni tecnologiche che cambieranno le nostre vite

La tecnologia e il modo di rapportarsi con essa sta cambiando rapidamente la comunicazione, l'interazione con le differenti interfacce, le azioni quotidiane.
Ma quali sono le tecnologie che incideranno maggiormente in questo cambiamento nei prossimi cinque anni?
IBM, durante la terza edizione dell'IBM Next in Five ha identificato le seguenti:
Energia solare dai materiali
Riuscite a immaginare quanta energia può essere ricavata se a generarla sono i marciapiedi, le strade, le vernici, le pareti dei palazzi e le finestre? Molta, davvero. Ed è ciò che diventerà comune nei prossimi cinque anni secondo IBM, grazie all'impiego di materiali in grado di produrre energia solare. Questi materiali sono già a disposizione, e hanno un costo di produzione molto basso.
La loro applicazione avviene stampando questa "pellicola energetica" sugli oggetti, che diventano fonti di energia solare.
Un assistente personale e digitale allo shopping
Vi siete mai ritrovati nel camerino di un negozio di abbigliamento con un capo della taglia sbagliata? Non accadrà più.
Nei prossimi anni la tecnologia in-store cambierà radicalmente il nostro modo di fare gli acquisti e all'interno dei negozi ci sarà sempre più tecnologia, in grado di portarci rapidamente verso ciò che stiamo cercando, grazie al dialogo tra i nostri dispositivi elettronici e quelli presenti negli esercizi commerciali.
Una sfera di cristallo per la nostra salute
Grazie alla conoscenza del nostro DNA i medici saranno presto in grado di comunicarci a quali malattie siamo predisposti e quali comportamenti possono avere il maggior impatto negativo sulla nostra salute.
Secondo IBM con meno di 200 dollari e con la nostra mappatura genetica a disposizione avremo presto tra le mani questa sfera di cristallo in grado di farci campare più a lungo e meglio.
Parleremo al Web e il Web risponderà
Nei prossimi cinque anni il Web cambierà profondamente. Innanzi tutto, secondo IBM, in termini di interfaccia: la voce diventerà il metodo principale d'interazione.
le tecnologie di riconoscimento vocale permetteranno nuove modalità nello scambio d'informazioni con i dispositivi sostituendosi al testo.
Dimenticarsi sarà impossibile
Il bombardamento d'informazioni e la quantità di cose da ricordare non vi fa dormire la notte? Scordatevelo. Nei prossimi anni la tecnologia lo ricorderà per voi.
L'aumento dei mezzi a disposizione per registrare, monitorare, analizzare e riproporre ciò che ci è accaduto nelle ore precedenti sarà imponente e le informazioni ci saranno proposte da più dispositivi sincronizzati tra loro e sempre presenti con noi sotto forma di uno smartphone, di un telecomando, di un elettrodomestico, di un braccialetto ecc.

Questo elenco e maggiori dettagli sono pubblicati sul sito www.swzone.it

venerdì 27 novembre 2009

La spia del tubo

L’acqua che scappa dalle tubazioni della rete idrica italiana va dal 20 al 70 % ; con tutto questo spreco servirebbero dei sistemi tecnologici per andare a caccia delle falle. Il sistema c’è ed è stato messo punto da scienziati italiani del politecnico di Torino. È un attrezzo costruito con materiali di recupero in grado di fluttuare nelle tubature e ascoltare il rumore creato dalla fuoriuscita di acqua da una falla e di trasmettere attraverso le onde radio questi rumori alla superficie utilizzando un idrofono, ossia un microfono fatto per ascoltare i rumori e le pressioni all’interno di un liquido.Inoltre il dispositivo è dotato di un interfaccia radio che lo rende capace di comunicare a distanza.
Il rilevatore può essere fabbricato nella dimensione adatta al diametro delle tubature in cui dev’essere inserito e manda le informazioni a delle piccole stazioni radio situate lungo il suo percorso.
Questa invenzione è diventata famosa nel mondo, ma nel nostro paese non è presa in considerazione come avviene invece in Quatar, uno dei paesi che da sempre sa quanto l’acqua sia una risorsa importante.

mercoledì 25 novembre 2009

Sesamonet, il navigatore per non vedenti

L’identificazione mediante radio frequenza è una tecnologia che si sta sempre più proponendo nell’ambito di applicazioni specifiche.
Vi sono anche progetti che, pur se apparentemente di nicchia, possono avere ripercussioni positive sulla qualità della vita di persone con difficoltà visive.
SESAMONET è l’acronimo di “SEcure and SAfe MObility NETwork” e identifica un progetto dedicato a mobilità e orientamento di persone ipovedenti e non vedenti.
Esso si basa proprio sull’uso di transponder passivi RFID atti alla realizzazione di percorsi guidati in determinati luoghi. In pratica si tratta di chip a basso costo già utilizzati per l’identificazione elettronica di bestiame.
Il percorso può essere configurato in aree all’interno di parchi, centri cittadini, zone pedonali ed edifici. Il sistema è costituito da un bastone, un auricolare Bluetooth e da un palmare o cellulare.
Il bastone integra un’antenna (con un trasmettitore BT) e ha il compito di rilevare il segnale trasmesso dai trasponder, i quali a loro volta inviano i segnali al dispositivo mobile contenente un database con le informazioni relative alla zona mappata.
Con l’ausilio dell’auricolare, l’utente può quindi ricevere informazioni sul percorso e su come muoversi per raggiungere la propria destinazione. Non solo, possono anche essere forniti dati su eventuali servizi collegati all’area d’interesse, anche in tempo reale.

Articolo tratto dal sito www.onemobile.it

giovedì 12 novembre 2009

Il muro tecnologico



Oggi le celebrazioni per i 20 anni dalla caduta del muro di Berlino, che ha rappresentato per 28 anni il simbolo della divisione tra est e ovest, separando anche due modi di intendere la vita
Il muro che oggi si apre non più sotto gli spari di uomini in fuga, ma sotto i botti dei fuochi artificiali era considerato un tempo una macchina. Infatti Walter Ulbricht, segretario del partito comunista nel 1961, anno in cui il muro fu costruito, lo considerava un vanto tecnologico, una macchina con lo scopo di separare ermeticamente due parti della città e due mondi. E proprio di tecnologia era fatto: l’altezza dei blocchi di calcestruzzo era di 3.60 m aventi una forma a L con la base rivolta verso l’interno della Germania comunista per impedire il ribaltamento ad opera di mezzi pesanti o blindati. Il muro era lungo 106 km ed era un anello che avvolgeva Berlino ovest, metropoli- isola orientale circondata dalla Germania comunista e collegata con tre autostrade e una ferrovia blindata che raggiungeva la banhof zone in centro a Berlino.
La tecnologia per separare i mondi non era composta soltanto dal muro, che nella parte interna era diventata un’opera d’arte denominata East Gallery. Il muro si trovava esattamente al confine politico, ma all’interno per una cinquantina di metri il terreno veniva arato periodicamente per rendere lenta e difficile la corsa dei fuggiaschi. Questa fascia di terra era percorsa da una stradina per jeep e pattuglie in moto e cosparsa da mitragliatrici automatiche interrate; il confine blindato attorno alla metropoli era costellato da poli di osservazione, 302 in tutto, presidiati dai vopos, la polizia del popolo.
Se Berlino occidentale era circondata dal muro, l’intera cortina di ferro dal Baltico all’Ungheria era comunque presidiata da pattuglie, terreno minato e filo spinato; insomma, negli anni finali del regime il sistema di separazione aveva conseguito costi quasi insostenibili.
230 tedeschi vennero uccisi intorno al muro e oltre 600 nel confine tra le due germanie, e il numero degli arrestati è così alto che è difficile da stimare.
Una tragedia che affolla in una storia confusa.

lunedì 2 novembre 2009

Un alcool test più efficace


In Piemonte si sta sperimentando un nuovo metodo per scoprire se un automobilista che è stato multato perché positivo ad un alcool test ha veramente smesso di bere o se ha interrotto il consumo di alcolici solo per 2 o 3 settimane,ossia il tempo sufficiente per superare le analisi e riavere la patente: i test sul marcatore etil-glucuronato.
L’etilglucuronato si deposita sul capello e dipende solamente dall’assunzione di alcool, non da altri fattori, quindi permette di avere delle rilevazioni senza errori. Per scoprirlo basta una ciocca di capelli, e dato che la crescita è di circa 1 cm al mese, un capello di 6 cm consente di risalire al consumo di alcool degli ultimi 6 mesi, lasso di tempo ben maggiore rispetto alle 3 settimane che si è in grado di analizzare con i marcatori di abuso tradizionali.
Pian piano la tecnica dell’etil glucuronato si diffonderà anche in altre regioni d’Italia dove per ora si utilizzano ancora i marcatori ematici che forniscono un risultato superficiale.

Per saperne di più: aperto.unito.it/bitstream/2318/453/1/tesi_laurea.doc

mercoledì 28 ottobre 2009

Arance e melanzane sostitute del silicio


L’istituto di processi chimico-fisici del Cnr di Messina ha fra i principali campi di indagine la creazione di pannelli fotovoltaici che funzionano grazie a bucce di arance e melanzane tramite un processo simile alla fotosintesi clorofilliana. I pigmenti delle cellule vegetali, inseriti nei vetri conduttori trasparenti sottoforma di coloranti reagiscono alla luce e producono elettroni e quindi energia.
La fabbricazione di queste celle organiche è più ecologica rispetto a quella delle celle in silicio che vengono usate abitualmente, anche se il loro rendimento è del 6% e quindi inferiore a quello del silicio (16%), però i costi di fabbricazione sono decisamente inferiori: 30 centesimi al watt invece che 4 euro al watt come nei normali pannelli in silicio. Inoltre essendo quasi trasparenti risolvono il problema dell’impatto visivo-architettonico.

Per saperne di più:http://medielettra.wordpress.com/2008/04/04/pannelli-fotovoltaici-alle-arance-ed-alle-melanzane/

venerdì 23 ottobre 2009

Lavorare come cavie umane


Mentre gli animalisti di tutto il mondo sono contro la vivisezione, quasi nessuno si preoccupa dell’esistenza delle cavie umane.
Una recente inchiesta di New Scientist riporta l’attenzione sullo scomodo argomento. Scimmie e conigli non si ribellano a questo triste destino; disoccupati, immigrati, senza tetto e alcolisti nemmeno.
Ci si può chiedere se siano davvero liberi di farlo. Non sorprende il fatto che i laboratori assumano proprio poveri e disperati. Negli ultimi 20 mesi negli USA ci sono state più di 15 mila sperimentazioni ufficiali su esseri umani. Per le case farmaceutiche si tratta di un giro di affari di decine di miliardi di dollari, per molte cavie umane è diventato un vero e proprio lavoro a tempo pieno.
Cinquemila dollari in 20 giorni sembrano un guadagno facile, ma ingurgitare farmaci di continuo ha ovviamente un costo in termini di salute.
I rischi esistono anche per la salute pubblica; attratte dal compenso molte persone non rispettano le regole, si sottopongono a troppi test mettendone a rischio la validità e nessuno effettua controlli efficaci.
Forse conviene a tutti ripensare alla questione.

Per saperne di più science.howstuffworks.com/human-experimentation6.htm

lunedì 19 ottobre 2009

In acqua con il burquini


Il burquini è un incrocio tra un burqua e un bikini,composto da pantaloni, da una lunga tunica e da un copricapo, il tutto fatto in poliestere.
Questa invenzione si deve alla stilista Aheda Zanetti, nata in Libano e trasferitasi poi in Australia, dove è diventata ricca grazie a questo innovativo costume da bagno.
Il burquini permette alle donne musulmane di poter praticare sport acquatici senza dover indossare i normali costumi che scoprirebbero parti del corpo che la loro religione vieta di mostrare.
Il tessuto di questo indumento è leggero,si asciuga velocemente, è facile da indossare, resiste al cloro e protegge dai raggi uv.
L’invenzione è stata accolta positivamente tanto che è stata approvata non solo dal Consiglio islamico australiano e dal muftì d'Australia, ma anche dal Surf Lifesaving Club, simbolo della cultura da spiaggia nazionale ed è stata indossata da alcune atlete alle Olimpiadi di Pechino 2008.
Nonostante questo in Europa il burquini non è ancora pienamente accettato, come è stato dimostrato in una piscina di Parigi dove a una donna che lo indossava è stato proibito di entrare in acqua; la stilista afferma che :”è giusto che il burqua non sia consentito usarlo in una piscina, ma il mio è il burquini, una cosa completamente diversa, ci vorrebbe maggiore informazione”.
Con Ahida Sportswear,marchio a cui appartiene il burquini, “provvediamo ad un vestiario conforme agli obblighi culturali,religiosi e insieme sportivi” afferma Aheda Zanetti, “aiutando a portar fuori il meglio dell’esser donna musulmana”.

venerdì 16 ottobre 2009

Un buco nero per produrre energia


La macchina per costruire in laboratorio un buco nero è pronta, i ricercatori della Louisiana l’hanno concepita e ideata, mentre i ricercatori dell’università di Manchino (Cina) la stanno mettendo a punto. La macchina per imprigionare la luce potrà forse funzionare entro fine anno.
L’apparecchio lavora sulle frequenze delle microonde e secondo i piani potrebbe essere addirittura in grado di trasformare la luce in elettricità con nuovi modi di generazione.
Tie Jun Cui, Qiang Cheng, Evgenii Narimanov e Alexander Kildshev hanno costruito una macchina composta da elementi cilindrici concentrici con un cuore centrale. Funziona utilizzando invece della luce visibile delle microonde; queste vengono catturate e deviate verso il centro senza più uscirne e dal cuore dove cadono viene generato calore.
L’idea dei 4 è quella di imitare un buco nero cosmico,ossia quella entità in giro per l’universo con campo magnetico cosi grande che ogni oggetto e anche lo spazio-tempo può essere deviato o risucchiato. La fantasia degli scienziati è già al lavoro per le sue applicazioni:un buco nero potrebbe essere usato per trasformare luce in calore o elettricità dove la luce è troppo estesa per essere concentrata nelle celle solari.
Se funziona, dice Narimanov, non avrete più bisogno di enormi specchi parabolici per raccogliere la luce ma si potranno fabbricare celle solari più redditizie di quelle finora concepite.