giovedì 18 febbraio 2010

Un raggio brucerà i tumori, a Pavia il primo centro italiano di adroterapia

Pavia, 15 feb. Un super-raggio anticancro per bruciare i tumori, che in futuro promette di curare circa tremila pazienti all'anno, 150 al giorno per un totale di 20mila sedute annue. Sono i numeri del primo Centro nazionale di adroterapia oncologica (Cnao), inaugurato oggi a Pavia alla presenza, fra gli altri, dei ministri della Salute Ferruccio Fazio, dell'Economia e finanze Giulio Tremonti e delle Riforme Umberto Bossi.



Dopo la prima pietra, posata nel marzo 2005, ricorda Borloni, lo Cnao "è stato realizzato in 4 anni e con una spesa contenuta: 125 milioni di euro", contro i 200 circa prevedibili per una struttura del genere. Un centro che nasce come quarto al mondo, dopo quelli di Chiba e Hyogo in Giappone e di Heidelberg in Germania. L'adroterapia colpisce il tumore in modo 'intelligente', mirato e potenzialmente senza effetti collaterali, e può essere utilizzato nella cura di diverse neoplasie, quando resistenti alle tecniche tradizionali: sarcomi, tumori pediatrici e al polmone, tumori al pancreas, oculari, alle ghiandole salivari, al cervello, al midollo spinale e per alcune forme di cancro della testa e della zona pelvica.

Ma come nasce il nuovo super-raggio intelligente che 'brucia' i tumori? "I fasci utilizzati sono prodotti dal sincrotrone, un acceleratore di particelle con due sorgenti che generano ioni carbonio e protoni - spiega Sandro Rossi, segretario generale e direttore tecnico della Fondazione Cnao - Durante il trattamento un 'pacchetto' di particelle viene immagazzinato in una ciambella d'acciaio svuotata d'aria, lunga 80 metri e con un diametro di 25. Qui le particelle viaggiano inizialmente a circa un decimo della velocità della luce. Il fascio viene quindi accelerato fino a compiere un milione di giri (pari a circa 30 mila chilometri) in mezzo secondo, per arrivare all'energia desiderata, scelta dal medico in base alla profondità del tumore". Al momento opportuno "una 'porta' si apre e il fascio colpisce il bersaglio con una precisione sub-millimetrica", fermandosi laddove serve e "tagliando 'a fette' il tumore", riassume l'esperto.

Per Umberto Veronesi si tratta di una terapia anticancro mirata al millimetro, con zero effetti collaterali, che può rappresentare una svolta "per tutti quei pazienti con forme tumorali difficili da raggiungere con le cure tradizionali", spiega l'ex ministro della Sanità all'Adnkronos.

Articolo tratto da www.adnkronos.com